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Matteo Saccomani – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 28/09/2010


Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

Come posso spiegarti, parto da… scusa un attimo, parto da un’idea che forse sta uscendo del fumo dal computer…

allora, le idee, l’idea nella mia mente è già immagine, subisce reazioni a contatto con altre idee come un no scusa c’è troppo fumo devo fare qualcosa, aspetta. Prendo qualcosa.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Aspetta perché qua mi sta andando tutto in malora.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

Danilo

Danilo Solara,

devo chiamare Danilo, il tecnico. Insomma, sono cresciuto con la televisione come sorella maggiore, grande sorella, baby-sitter (per anni mi sono chiesto perché non andasse mai in bagno) la mia educazione è pittorica… mamma mia, scusa ma dev

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Giulio Squillacciotti – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 22/09/2010

- Qual è il tuo processo di creazione? parti da un’immagine o da un idea? o da altro?

Partendo dal presupposto che il risultato formale dei miei lavori varia sempre, direi che i punti di partenza sono sempre delle pulsioni, delle necessità di indagine (narrativa, fittizia, reale, immaginifica, concreta, estetica) che hanno nel loro sviluppo l’attenzione più alta. I processi e le fasi che le riguardano costituiscono il lavoro in sé. La trasmissione definitiva (il prodotto, l’oggetto fruibile), come ho già detto, varia, e si costruisce nel mentre, di pari passo con le riflessioni. Raramente ci sono dei parametri formali rispetto ad un lavoro, la tecnica è importante, ma è subordinata al discorso, seppure mi accorgo alle volte sia difficile da evincere.

- Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Ho suonato il violino per 15 anni e la batteria da autodidatta per quasi altrettanti. Direi quindi che la musica (non necessariamente da intendere in termini compositivi, ma come questione di struttura, di sintassi) gioca un ruolo fondamentale. Ho usato la fotografia da quando ero piccolo, quindi le questioni di tecnica della luce ed architettura della composizione vengono da lì.

- Quali video maker o registi ti hanno influenzato?

L’idea di avere possibilità infinite, di poter fare come si vuole cioè – oltre che dalla formazione adolescenziale nella scena Hardcore – l’ho acquisita da Jem Cohen o Elia Kazan o Mark Lewis.

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Elisabetta Di Sopra – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 21/09/2010

- Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un idea? O da altro?

Per me le immagini video sono visioni interiori che riemergono da esperienze personali. Il corpo femminile è il protagonista centrale del mio lavoro, un corpo che parla alla mente attraverso gesti consapevoli e non. Sono come tanti flash che a volte illuminano, delle volte disturbano, altre volte rivelano, regalando emozioni, suggerendo riflessioni.

- Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Non ci sono precise influenze. Tutto ciò che sento, che vedo, che tocco rientra nel mio lavoro.

-Quali video maker o registi ti hanno influenzato?

Sicuramente l’incontro e la conoscenza con Bill Viola è stato determinante. Come afferma Valentina Valentini nel suo libro Le pratiche video, il suo lavoro mette in discussione due tendenze dell’arte contemporanea: prima di tutto il rifiuto dell’emozione a favore di una risposta di tipo intellettualistico, secondo l’attento dosaggio del significato cioè una grande capacità di catturare l’attenzione del pubblico senza spiegazioni aggiunte.

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Giuseppe Di Bella – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 20/09/2010

Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

Inizio sempre da una osservazione, da un pensiero o da un’esperienza. In seguito, passo all’analisi e allo sfrondamento sistematico di questo pensiero per astrarlo prima della sua fase finale, che è il mettere in immagine. Quello che mi interessa è preservare la forma essenziale dell’esperienza guardando soltanto al suo aspetto simbolico.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

La pittura ha avuto un influenza molto forte sin dall’inizio del mio lavoro, in particolare quella del Caravaggio, sebbene lo sia meno oggi. È sopratutto la performance in particolare quella relativa alla body art che mi influenza. Penso al lavoro dell’artista italiana Gina Pane, che mi ha parecchio segnato e che trovo affascinante, sopratutto per per quel riguarda il rapporto tra il corpo e il mondo fisico, sociale e politico.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

Il cinema ha sempre destato il mio maggior interesse, benchè io non possa dire che rappresenti un’influenza esclusiva nel mio lavoro. Ad ogni modo amo molto il lavoro di Bergman e quello dei fratelli D’Ardennes. Ma sono più gli artisti come Gina Pane, Mona Hatoum o più recentemente Francys Alys a ispirarmi.

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Giuseppe Moscatello – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 22/06/2010

Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

prima della produzione di un video, parto dall’ idea di fondo e successivamente da qualche materiale video esistente recuperato. Poi sintetizzo il tutto con la volonta’ di ottenere un effetto per cosi’ dire “effimero”, e il risultato e’ una “rimanenza” che spesso e’ riconducibile al ricordo.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Mi piace concentrarmi sicuramente sul tempo, quindi il rallentamento delle immagini, ma c’ e’ senza dubbio un elemento pittorico molto forte ed evidente che rispecchia anche il mio background culturale.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

Non mi considero un “videomaker” o video artista, ma se dovessi fare qualche nome, sicuramente citerei Christian Boltansky e David Lynch.

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Mauro Romito | Tre Domande

Micol Di Veroli | 21/06/2010

Gendering from camillo gulotta on Vimeo.

M.D.V. Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

M.R. A volte un’immagine è già un’idea e viceversa. Altre volte entrambe si cercano ma non sempre si incontrano. Lo dimostrano le pagine di taccuini e alcune riprese video che aspettano da tempo le loro rispettive forme. Dovranno aspettare i comodi delle mie intuizioni o le giuste letture. Quello che cerco è il senso e la sua articolazione per immagini.

M.D.V. Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

M.R. Io penso attraverso il Teatro. Non il teatro come linguaggio ma come idea. Il Theatron, quel luogo ideale del vedere e dell’essere visti, luogo vuoto in cui l’uomo si rappresenta attraverso immagini e azioni.
Che si sia trasformato da grotta a camera oscura, a sala cinematografica o istallazione, questa è solo una casualità, storica o tecnologica che sia.

M.D.V. Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

M.R. Il mio passaggio dal teatro al video è stato segnato da una mostra di Bruce Nauman, ho riconosciuto alcune influenze degli sperimentatori delle arti performative con cui era in contatto.
Da un punto di vista formale penso che la videoarte sia ancora molto legata alle sperimentazioni del pre-cinema e delle avanguardie storiche. Io mi considero un selvaggio, ho sempre cercato di vedere meno cinema possibile e iniziarmi al video in una maniera spontanea, per quanto il nostro “inconscio ottico” di figli della televisione si possa considerare , appunto, spontaneo. Alcuni nomi dovuti: Abbas Kiarostami, Wim Wenders, Jean-luc Godard, Tacita Dean, Fiona Tan, Douglas Gordon, John Bock, Matthew Buckingham.

Copyright: Mauro Romito, Gendering, 2008, video, color, miniDV, 05.00 min

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Bruno Antonio Menei Hurtado – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 24/05/2010

Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

Parto dalla necessità di analizzare un’idea e seguo un percorso logico e scientifico. Alla fine del percorso tolgo tutto quello che è riconducibile alla razionalità. In sintesi, sperimento processi di creazione paradossali con tematiche esoteriche.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Lavoro creando delle sinergie. Per ogni mia opera faccio riferimento ad altri campi, apparentemente distanti, come le neuroscienze, la matematica, l’intelligenza artificiale. Le altre forme d’arte sono parte integrante di ogni mio progetto.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

Videomaker come Maya Deren, Kenneth Anger, Harry Smith, Norman McLaren. Registi quali Harmony Korine, Andrei Tarkovsky, David Linch, Shinia Tzukamoto.

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Rebecca Agnes | Tre Domande

Micol Di Veroli | 24/05/2010

M.D.V. Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

R.A. L’immagine si basa su un’idea e l’idea si esprime tramite un’immagine, non saprei dire quale delle due dà avvio al processo. Quando realizzo un video uno degli elementi determinanti è che l’idea che voglio esprimere necessita di una durata, di un tempo di “narrazione”.

M.D.V. Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

R.A. La collaborazione con la compositrice Jermozero, che ha realizzato tutte le musiche dei miei video, è fondamentale.

M.D.V. Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?
R.A. Più che da un singolo autore, credo di essere influenzata dall’immaginario che ruota attorno agli anime giapponesi e al genere fantascientifico.

Photo: Rebecca Agnes, Imploding Universes, No One Can See, Video animation, 6”, music by Jermozero, 2005 – video

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Mariana Ferratto | Tre Domande

Micol Di Veroli | 17/05/2010

M.D.V. Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?
M.F. Spesso immagino scene e azioni che poi traduco attraverso il video. Sono immagini, quindi, che contengono l’idea all’interno dell’azione stessa. L’immagine e l’idea sono un tutt’uno, un binomio che poi analizzo ed elaboro meglio durante la realizzazione del progetto. Alcune volte si è trattato di immagini affiorate alla mente durante il dormiveglia, “visioni” che ho poi ripensato e rielaborato.

M.D.V. Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?
M.F. Le influenze  derivano soprattutto dalle esperienze vissute, quindi dalle mostre e  dai film che vedo o dai libri che leggo. Naturalmente sono particolarmente interessata al mondo della videoarte e della performance.

M.D.V. Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?
M.F. Almodovar, Marina Abramovic, Sopie Calle. In generale, quando lavoro su un tema, indago e studio le opere che possono avere similitudini o punti di contatto con l’argomento che sto affrontando, e non solo quelle degli artisti che mi piacciono.

Didascalia: Mariana Ferratto, still da video “senza titolo”, 2007,  3′ min

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Fabio Scacchioli – Tre domande

Fabrizio Pizzuto | 06/05/2010

Look at that fire! Oh boy! from Fabio Scacchioli on Vimeo.

Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

Cerco di stare lontano dal considerare la creazione come risultato di un metodo, rigoroso o flessibile che sia. Credo che questo sia porsi dei limiti inutili. Mi piace anzi considerare elementi che metodi e processi creativi tendono ad abortire, come l’errore, come la casualità. Quindi la mia risposta è senz’altro: altro.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Direi che la musica è un’influenza fondamentale. Il suono in generale lo è. Si può impazzire, per l’alone della voce.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

In generale quelli che partono dalla visione. Intesa sia come l’atto di vedere che come visionarietà (in fondo, è la stessa cosa). Un filmmaker che mi colpisce molto ultimamente è Peter Tscherkassky. E trovo che Piero Bargellini sia una figura tanto importante quanto dimenticata del cinema sperimentale non solo italiano

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