Raro esempio di cinema cubista realizzato dal pittore francese Joseph Fernand Henri Léger. Sequenze di oggetti, specchi e alcuni attori, tra cui l’immancabile splendida Kiki de Montparnasse e lo stesso Legér, creano, più che interpretano, un film senza sceneggiatura interamente fondato sul ritmo delle apparizioni, sulla ripresa e sul montaggio. Un raro esempio visionario di forme geometriche in movimento e di rotazioni che creano frastornamenti continui quasi come una danza senza partner.

Il primo cortometraggio di Luis Buñuel prende il via dal mondo dell’arte e dalle teorie surrealiste. Scritto e interpretato assieme a Salvador Dalì, viene prodotto in Francia nel 1928. La lettura della trama è impossibile senza fare riferimento alla psicanalisi, a Freud e alla lettura dei sogni. Si presentava ai tempi come fortemente provocatorio, antiborghese e anticlericale. La famosa scena del taglio dell’occhio allude a guardare ancora più a fondo della realtà, a costo di soffrire, aprire gli occhi apparentemente aperti. Conserva ancora una grande forza onirica e visionaria.