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La videoarte italiana su sKyArte e al Miart

Lorena Benatti | 03/04/2015

Si avvicina miart 2015, ventesima edizione della fiera internazionale d’arte – moderna e contemporanea – che si tiene a Milano. In attesa del taglio inaugurale del nastro, Sky Arte HD lancia un nuovo format televisivo, sviluppato proprio in collaborazione con l’organizzazione meneghina e Woolcan.
Il programma I’M ART, ripercorrerà in 14 puntate la storia della videoarte italiana, dai primi esperimenti degli anni Sessanta alle ricerche più avanzate delle ultimissime generazioni di artisti.
A partire da giovedì 2 aprile, tutti i giorni per due settimane fino a domenica 12, la serie televisiva indagherà il rapporto tra arti visive e linguaggio cinematografico, oltre alla sua evoluzione in base al mutare del contesto sociale e dell’impatto prodotto dalle diverse tecnologie.
Non si tratterà di un percorso strettamente cronologico, ciascun episodio di I’M ART avrà carattere monografico: in ogni puntata, un attore introduce un artista e un suo lavoro video, permettendo così di riallacciare presente e passato nel corso della narrazione complessiva.
Le opere video sono state selezionate da Vincenzo de Bellis, Direttore Artistico di miart, mentre Alessandro Roja ha sviluppato il progetto unendo il mondo del cinema a quello dell’arte.
La curiosità – Il canale Sky Arte HD ha già dato – e continuerà a dare – un contributo alla storia della videoarte italiana… promuovendo direttamente la creazione di alcune opere! È il caso di San Siro di Yuri Ancarani, oggetto di una delle puntate di I’M ART: il film d’artista è stato realizzato nell’abito di ArteVisione, progetto di Careof DOCVA e Sky a sostegno dei giovani artisti italiani.

 

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Adrian Paci, Alessandro Pessoli, Alessandro Roja, art video, arte, Concour International, contemporary art, cortometraggi, Diego Perrone, digital art, Documentary, experimental cinema, FestArte, festarte videoart festival, festival di videoarte, Festival d’Art Video, Francesco Vezzoli, Gianfranco Baruchello, International videoart contest, International VideoPills, Invernomuto, Italia, MiART, mostra, Paolo Gioli, Patrizio Di Massimo, Pietro Roccasalva, Ra di Martino, roma, Sky Arte Hd, storia dell'arte, Ugo La Pietra, Ugo Nespolo, video arte, videoart, videoart and experimental film Festival, videoart festival, videoart festival roma, videoarte, Vincenzo de Bellis, Woolcan, Yuri Ancarani

GLITCH. INTERFERENZE TRA ARTE E CINEMA IN ITALIA

Lorena Benatti | 09/10/2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLITC! è una collettiva che riunisce dall’11 ottobre al 6 gennaio 2015 |al  Pac- padiglione d’arte contemporanea di Milano, opere di artisti italiani delle ultime generazioni, volte a esplorare le relazioni di linguaggio e contesto tra i due diversi mondi arte e cinema. La mostra è la più ampia panoramica dedicata finora in Italia ad uno dei temi centrali dell’arte contemporanea.
GLITCH si sviluppa su tre aree principali che si muovono intorno all’idea di opera filmica.
Il primo livello, quello cinematografico, trasforma il PAC in un multisala. Sono 64 film i d’artista suddivisi in due programmi, che verranno proiettati a giorni alterni all’interno di tre mini-cinema. Le opere, raccolte in serie e per temi, avranno soprattutto carattere narrativo: produzioni di artisti che lavorano nella cornice dell’arte contemporanea o meta-film, appartenenti all’ampia categoria del cinema sperimentale.
Il secondo livello, quello delle installazioni, contiene opere che instaurano relazioni con il linguaggio e l’immaginario cinematografico e funzionano come declinazioni, traduzioni o presupposti dei lavori filmici.
Il terzo livello, proporrà performance come dispositivi dal vivo di immagini in movimento, presentando progetti che sfondano la dimensione dello schermo, oppure creano relazioni multimediali o ancora analizzano e sottolineano, reinterpretandoli, elementi specifici del cinema.
Per l’inaugurazione di sabato 11 ottobre 2014 – 10a Giornata del Contemporaneo
PAC aprirà gratuitamente al pubblico dalle 18.00 alle 24.00.

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Paolo Gioli | Commutazioni con mutazione | 1969 | 7′

Daniela Voso | 23/09/2011

Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942) è videomaker e fotografo. Trascorre parte della sua formazione a New York, alla fine degli anni sessanta. Successivamente lavora tra Roma e Rovigo fino al 1976 quando si trasferisce a Milano, dedicandosi soprattutto alla fotografia.

Particolarmente prolifico fino al ’74, Gioli è vicino agli ambienti del cinema sperimentale e indipendente romano. Difficile dire se sia un videomaker prestato all’arte e alla fotografia o viceversa. Spesso privi di narrazione i suoi lavori sono un collage di immagini, che si ripetono sullo schermo, scandendo il movimento o sdoppiandosi. Dagli anni ottanta Gioli ha esposto sia come artista video, che come fotografo in Europa e negli Stati Uniti. Tra le tante occasioni si ricorda la sua partecipazione a “Linee della ricerca artistica in Italia” (Roma, 1981) e alla Biennale di Venezia nel 1995.

Commutazioni con mutazione è il suo primo film ed è il risultato della sovrapposizione di tre pellicole – super 8, 16 mm e 35 mm – su un unico supporto. Un collage, ritmato dal suono di una pellicola che gira. Il gioco di parole fa eco alle immagini che si susseguono per affinità visiva e senza logica apparente: il volto di un’attrice americana, un paesaggio agricolo, il simbolo della Repubblica Italiana. Qui, Gioli sperimenta le possibilità estetiche della pellicola non solo come strumento, ma come supporto e materia, fino a metterla in primo piano, creando quello che in gergo si definisce metalinguaggio.

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