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WILLIAM KENTRIDGE e PHILIP MILLER a FIRENZE SUONA CONTEMPORANEA dal 13 al 21 settembre Presso il MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO

admin | 11/09/2014

Straordinaria partecipazione di William Kentridge, l’artista sud-africano – tra i più celebrati nel panorama internazionale, noto per i suoi disegni, incisioni, film d’animazione, creati da disegni a carboncino – in coppia con il compositore Philip Miller, per un ‘ciné-concerto’.

Dalle 20 alle 21
L’opera in mostra è : Breathe Dissolve Return
- A ciné concert installation of three video projections (2008)
by Philip Miller and William Kentridge
William KENTRIDGE video, Philip MILLER musica, Joanna Dudley voce, Ann Masina voce, Vincenzo Pasquariello pianoforte.

Vernissage 11th September at 9pm

http://www.firenzesuonacontemporanea.it/it/

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Ann Masina, FestArte, festarte. festarte videoart festival, firenze, Firenze Suona Contemporanea, Italy, Joanna Dudley, Museo Nazionale del Bargello, Philip Miller, Vincenzo Pasquariello, William Kentridge

Black Box/Chambre Noire by William Kentridge at Jewish Historical Museum, Amsterdam

Manuela Contino | 16/07/2012

Dal 16 luglio al 25 novembre 2012 il Jewish Historical Museum di Amsterdam presenta la mostra Black Box/Chambre Noire di William Kentridge con una installazione multimediale esposta nel 2005  al Deutsche Guggenheim a Berlino e commissionata dalla Deutsche Bank e dalla Solomon R. Guggenheim Foundation. L’installazione raccoglie le varie tipologie di strumenti utilizzati  da Kentridge nello sviluppo del suo lavoro, in particolare la tecnica dell’animazione a partire dai disegni a carboncino. Black Box/Chambre Noire, che si incentra sul genocidio compiuto a  Herero e Nama in Sud Africa durante il  periodo del colonialismo tedesco, è un teatro meccanico nel quale sei figure performano per 21 minuti, mentre sullo sfondo vengono proiettate le animazioni.

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From 16 July to 25 November the Jewish Historical Museum presents the exhibition Black Box/Chambre Noire by William Kentridge. This multimedia installation was commissioned by Deutsche Bank and the Solomon R. Guggenheim Foundation and was exhibited in 2005 at the Deutsche Guggenheim in Berlin. The installation comprises different techniques of the artist’s working method, in particular the charcoal drawings, which he transforms into animated films.  Black Box/Chambre Noire, that is  about  the German colonialism in Africa and in particular the destruction of the Herero and Nama peoples in South-West Africa, is a mechanical theatre in which six mechanical figures perform in turn for twenty-one minutes against a backdrop of projected animated charcoal drawings.

Jewish Historical Museum

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animazione, Black Box/Chambre Noire, Deutsche Bank, FestArte, Jewish Historical Museum, Solomon R. Guggenheim Foundation, SUd Africa, videoart, videoart festival, videoarte, William Kentridge

WILLIAM KENTRIDGE | Quattro domande | Four questions

Daniela Voso | 07/11/2011

ITA / ENG (scroll down)

Qual è il suo processo di creazione? Parte da un’immagine o da un’idea? O da altro?

L’immagine o l’idea emergono in corso d’opera. È attraverso il processo creativo che si svela chi sono o che cosa è il mondo. Prima viene il fare poi le idee, non è mai il contrario.

L’interdisciplinarietà è un elemento fondamentale dei suoi video? Se sì, in che modo e quali sono le discipline a cui fa riferimento?

In un certo senso, intendo tutto il mio lavoro, dai film al teatro, dalle incisioni alle sculture, come un’estensione del disegno.

Ci sono artisti, videomaker o registi del passato che l’hanno influenzata o suoi contemporanei che sente vicino alla sua ricerca?

Dziga Vertov, Goya, Rembrandt, Daumier, Manet, Velasquez, Philip Guston.

Cosa ha determinato la sua scelta di lavorare, tra gli altri, anche con il mezzo video?

La provvisorietà del mezzo. Le possibilità di lavorare sulla narrazione e la trasformazione.

————————————————————————————————————————————–

1. Which is your creation process? Do you start from an image or an idea? Or  from something else?

It is a process of finding the image or idea through making the work, discovering who I am or what the world is through the process of making work. The making comes first, ideas after, never the other way round.

2. Is the multi-disciplinary approach an essential element in your video? If yes, what are the artistic disciplines that you refer to?

I think of all my work, whether film, theatre, printmaking, sculpture as in some sense expanded drawing.

3. Which artists, videomakers, film directors of the past, have influenced your research and which is the contemporary ones that you feel closer to you?

Dziga Vertov, Goya, Rembrandt, Daumier, Manet, Velázquez, Philip Guston.

6. Why, between  others languages, did you choose to use also the video?

Provisionality of the medium. The possibilities for narrative and transformation.

Image credits: William Kentridge, Stereoscope, 1999, 8’22″, still video

Guarda il video di William Kentridge su LEGEND

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art video, arte, four questions, Lia Rumma, quattro domande, video arte, videoart, William Kentridge

WILLIAM KENTRIDGE | Stereoscope | 1999 | 8′ 22”

Daniela Voso | 08/09/2011

courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

William Kentridge (Johannesburg 1955) ha esordito nel 1979, approdando al video nel 1989. Ha esposto nelle maggiori manifestazioni e istituzioni mondiali, ed è uno degli artisti più noti nel panorama internazionale.

Artista eclettico, sempre riconoscibile per la materialità del tratto e del disegno, Kentridge elabora visivamente gli elementi della sua formazione, avendo studiato, oltre che all’Accademia, Scienze Politiche, Storia del Sudafrica, Teatro e le Arti del Mimo. Questi tratti diventano gli ingredienti delle sue opere: visioni evocative e paradossali che rimandano a tematiche intime e sociali. La tensione al movimento e il segno forte del tratto sono caratteristiche nella sua ampia ed eterogenea produzione artistica che dall’incisione, al video, all’arazzo, attraversa i diversi linguaggi dell’immagine.

I suoi video sono esperimenti sull’animazione che varcano i limiti del disegno, fino ad utilizzare i corpi, le ombre e gli effetti ottici.

Steroscope (1999) è un video di animazione tra i più emblematici. Interpreta il rapporto tra potere, comunicazione, distinzioni sociali e conflitti. Una musica incalzante (Philip Miller, 1999) e i soli rumori della carta e del vociare sottolineano il silenzio di scena.

Presentato anche a Venezia (48 Biennale) nel 1999, Steroscope è un esempio della particolare tecnica usata da Kentridge, che lavora sullo stesso foglio –come su una quinta teatrale- per cui il tratto è ripetutamente disegnato e rimosso, mantenendo la traccia delle cancellature e del movimento.

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1999, art video, arte, Lia Rumma, Philip Miller, Stereoscope, Venezia, video animazione, video art, video arte, videoart, videoarte, William Kentridge

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